Tony Carciotto, l’onnipotente

 

Un uomo incollato alla tastiera del notebook, capolavoro d’arte contemporanea che si propone di illustrare la fusione panteistica tra l’individuo e la macchina. E’ così che ci piace ricordarlo. Ma dove finisce il touchpad, dove il monitor? Qual è il punto esatto in cui iniziano a prendere forma le sue membra, il suo volto, le sue sembianze? Ma soprattutto… è davvero lui ad essere qui con noi, a tenerci compagnia, a rassicurarci con la sua presenza? Quale inganno si cela dietro questo confuso groviglio di linee che incessanti ammiro digitare, pitturare, creare? Misteri insoluti, enigmi suscettibili d’ulteriore approfondimento gravitano attorno alla figura dell’artista Tony Carciotto.

Nato a Catania il 7 Novembre 1981, definitivamente tramontata l’ipotesi di darsi all’ippica come altrui suggeriva, lo conobbi appena dopo. Allora aveva solo cinque anni, ma ritengo di aver ragioni sufficientemente valide per pensare che i suoi primi vagiti risalgano a epoche ben più lontane. Io sono convinto che in realtà egli sia nato prima, circa 2007 anni fa… E non credo affatto che le mie motivazioni trovino riscontro soltanto nella barba incolta che già ai tempi dell’asilo portava. Bisognerebbe spingersi ben oltre i confini aprioristici dell’evidenza, abbandonarsi alla contemplazione e, alfin, accettarne il dogma. Io credo in Tony padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili. Io credo in lui.

Ed eccolo finalmente tra noi, quasi non mi sembra vero. L’ultima volta che mi si è manifestato, ricordo, fui abbagliato da quell’aura luminosa che lo avvolgeva. Da allora, in frigo, pani e pesci non mancano mai; per non parlare del vino, che scorre copioso nelle nostre arterie. E tutto questo grazie a lui, uomo di grandezza incommensurabile.