Conoscere il proprio futuro al modico prezzo di…

Quattro euro e cinquanta! Un sorrisetto compiaciuto accompagna l’annuncio dell’importo complessivo della spesa odierna: qualche chilo di frutta, un mazzo di lattughe e poco altro. Oltre alla ragione sociale, La belva del deserto riesce ad affascinarmi per svariate ragioni. Innanzitutto il suo invidiabile poliglottismo, virtù che lo porta ad attraccare con tutte le donne del mondo, beato lui. Dunque la duttilità, la sua ineguagliabile capacità di passare da uno stato d’animo all’altro. Adoro soffermarmi a contemplare le accese liti che il fruttarolo più famoso del Pigneto sostiene in lingua magrebbina col proprio fratello; adoro osservare come tutto si risolva nell’istante successivo, quando il baldo giovine mi comunica sorridente il prezzo delle banane. La belva del deserto è un personaggio come pochi, mi è mancato parecchio in tutti questi mesi.
Tuttavia è sul tram che solitamente incontro colui che a pieno titolo definirei come L’uomo prenestinico dell’anno. Non ho la benché minima idea di come si chiami, né sono sicuro di sapere qualcosa in merito alle sue origini: so solo che anche oggi il mio cantautore preferito era sul 5, in compagnia della sua inseparabile Fender. Qualcuno afferma di avere ragioni sufficientemente valide per sostenere sia romeno, non tutti ne apprezzano il talento, altri più semplicemente lo considerano il Bob Dylan del Prenestino. E’ soprattutto nelle tematiche affrontate a muso duro dai suoi brani che il nostro eroe si lascia apprezzare. Canzoni di protesta contro le piaghe della modernità, da Alemanno alla Cellulite.
Confesso con una certa amarezza che oggi il Bob non ha voluto farmi dono delle sue hit più famose: mi sono dovuto accontentare di nuovi brani in lingua originale, uffa! Però ho voluto concedergli ugualmente ‘na piotta! Dunque è accaduto l’inimmaginabile. Bob mi ha rivelato che sposerò una donna brasiliana e mi trasferirò con lei in Brazil. Per sempre! Che bello, non potevo chiedere di meglio! Tra l’altro stavo giusto recandomi alla mia prima lezione di portoghese, quando si dice il destino.
Chi l’avrebbe mai detto che avrei potuto conoscere anzitempo il mio futuro?
A pochi metri da me, in totale disaccordo, un pischello romano si sente in dovere di contestare la profezia del mio amico Bob: ao ma tutti co’ ragazze straniere se vanno a sposa’? Ma co’ quarcuna italiana mai? Cosa rispondere al simpatico giovanotto? Facc’i minchia, chi spacchiu voi? Vidi ca Brasiliana bona macari iè. Anzi megghiu, pezz’i medda! che tradotto in italiano suonerebbe all’incirca Gentile ragazzo, non ho mica chiesto il tuo parere; ritengo d’avere ragioni sufficientemente valide per sostenere che una ragazza brasiliana andrebbe più che bene e che non è il caso che ti preoccupi tanto per me! Ebbene si, non sono ancora riuscito a redimermi dall’abiezione di cui nel post precedente…
Tuttavia decisi di non rispondere: preferì accomiatarmi dal caro, vecchio Bob Dylan del Prenestino che proprio in quel momento si apprestava a scendere. La mia corsa, invece, era lungi dal terminare. La mia corsa? Il mio interminabile viaggio verso Tor Vergata! Appena salito sulla Metro decisi che avrei subito cominciato a cercare la mia futura moglie brasiliana
tra i passeggeri, ma mi vidi costretto a rimandare per mancanza di spazio. Fu ad Anagnina che mi diedi verso. Con pessimi risultati! Facce improponibili, facce di minchia per lo più. E vabbè, sarà per un’altra volta.
Inutile dirvi che anche la lezione è stata rimandata, la prof. non si sentiva bene. Ma tanto che importa? Imparerò lo stesso il portoghese, no? Non ha affatto senso andare alla ricerca di qualcosa che in un modo o nell’altro giungerà comunque, giacchè scolpito nelle trame divine. Il mio destino è ormai scritto. Oggi ho interloquito con la Provvidenza mediante il Bob Dylan del Prenestino che, munito di Fender, mi ha confessato l’entità del prospetto celeste. Adesso mi sento soddisfatto. Adesso posso anche crogiuolarmi dalla mattina alla sera, non ha senso affannarsi.
Dopo una piacevole mattinata trascorsa sui mezzi romani, feci ritorno a casa. Ho un po’ il sentore di aver sprecato una giornata. Tanto vale fare le cose per bene, tanto vale sprecarla appieno. Perchè non buttar già due righe?

 

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